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Startup, le italiane a Las Vegas mietono successi

Ces 2019 e Startup italiane

Sono numerosi i contatti, con amministratori delegati e alti dirigenti di marchi e gruppi anche internazionali. Questo il risultato che hanno fatto registrare le 50 startup italiane nel corso del Ces 2019. Su di loro adesso cominceranno a lavorare per sviluppare relazioni, e mettere in piedi potenziali accordi. Tra gli espositori e gli organizzatori si respira un’atmosfera di grande positività. Queste sono le sensazioni che ha sottolineato, tra gli altri, Fabrizio Albergati, Chief Marketing Officer di Teorema. Lui è uno dei promotori della presenza italiana al Ces, presente per il secondo anno consecutivo.

Le considerazioni  degli esperti

Secondo Fabrizio Rovatti, co-organizzatore della missione, su circa 100 contatti che si sviluppano in Italia, solo 2-3 divengono veri e propri accordi commerciali. In questa manifestazione, invece potrebbero nascere realmente, percentuali di conclusione e chiusura di accordi, ben diverse. In questa edizione del Ces, hanno partecipato startup provenienti da tutto il mondo. Tanti i volti tirati dalla stanchezza, dai quali però  stavolta si percepisce una soddisfazione seppur celata. Qualcuno secondo indiscrezioni, ha parlato di interesse di grandi aziende, di manager da copertine patinate, venuti al settore italiano in modo mirato.

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Cosa può accadere

Quello che si può dire con certezza è che Las Vegas, rappresenta un luogo dove ci si reca per fare affari, e farli, in perfetto stile americano. Ossia con grande serietà, efficienza e rapidità. Su questo, alcuni ragazzi sono stati preparati a dovere. Ad esempio Tilt, la società sorta da Area Science Park e Teorema, ha organizzato prima dell’evento di Las Vegas una Academy di due giorni. Essa era volta ad insegnare ai partecipanti, come affrontare un’eventuale incontro improvviso con un tycoon o un dirigente di un gruppo internazionale. Erano presenti in tantissimi e tutti girano, dal Ceo di Ibm, Ginni Rometty, al Presidente di LG Electronics, I.P.Park. Nel tornado di 4.500 aziende mondiali presenti, si “rischia” quindi di trovarsi di fronte ad un numero uno della tecnologia, e bisogna rapportarsi senza timore ed ansia.