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Il gioco, da fattore alienante a catalizzatore sociale

Tra polemiche e proselitismi, il gioco resta una passione in tutto il globo ed anche in Italia. E si sta trasformando, vero ma inaspettato, in un catalizzatore sociale, un assist per fare amicizia.

La rivoluzione social

I social network hanno radicalmente trasformato la vita quotidiana ed il mondo, è un fatto indubbio. Ha cominciato Facebook, come è noto, ma poi WhatsApp e, negli ultimi tempi, Instagram, hanno fatto il resto. Milioni di utenti in interconnessione tra di loro a latitudini diverse, con fusi orari diversi, con vite completamente diverse. La vita, che social non è, ci è diventata. Chi siamo, cosa facciamo, dove andiamo, le domande sul senso del mondo oggi si ritrovano tutte sulle pagine dei social network. La logica è quella, consolidata, del reaction, like, share. Il mondo non può che adeguarsi.

Una società sotto l’egida della gamification

Entra qui in campo il gioco, da cui deriva la parola gamification. Con questo termine si fa riferimento a quel complesso di tecniche e pratiche tipiche dei videogiochi (livelli, premi, obiettivi, missioni) trasposte in situazioni e momenti che di ludico non hanno proprio nulla.

Se avete scaricato Nike+, popolare app di fitness del colosso sportivo americano, non è altro che la prova più grande della gamification: impostate i vostri dati, cominciate a correre e raggiungete i vostri obiettivi. Sono tutte quelle strategie oggi alla base di ogni attività. Basti pensare al mondo dei casinò e delle slot machine, anche quelle disponibili gratis online.

Ormai da anni, il settore delle slot machine online si nutre di gamification: un esempio chiarissimo è la rivoluzione grafico-audio letteralmente pazzesca, virtuale e reale, capace di creare una combinazione simbiotica tra gioco ed utente. E ciò si può allargare a molti altri esempi, sempre a tema videoludico. Si spiega così il successo di alcuni videogiochi che negli ultimi anni hanno letteralmente spiazzato l’utente. Il fortunatissimo Fortnite ha aperto una pista poi battuta da titoli come Apex Legends e Call of Duty, popolarissimo nel periodo del lockdown.

Tutti titoli che hanno cavalcato, all’insegna della gamification, le passioni del giocatore. In che modo? Questi appena citati con la modalità battle royal, che ha unito utenti da ogni angolo del mondo.

Il gioco catalizzatore sociale

Il gioco così diventa sociale e socializzante, universo di interazioni e coinvolgimento, una piattaforma dove si rompono i limiti dello schermo e si apre la pista ad amicizie e legami. Cade così un altro stereotipo, in passato spesso legato al gioco: quello di essere un fattore alienante. Al contrario oggi il gioco è una medicina contro la solitudine. Chi gioca, oggi, non è più bollato come “nerd” ma come persona con amici, anche virtuali e spesso reali. I pericoli, nelle avventure online, certamente non mancano. Ma intanto questa è la realtà di oggi. Alimentata, peraltro, dall’eGaming e dagli eSports, non più semplice passione ma addirittura una professione strapagata. Un lavoro che non esisteva, poco più di cinque anni fa. I miracoli “sociali” del gioco…

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