Černobyl'

Disastro di Černobyl’: sul luogo a 30 anni di distanza

A circa 31 anni di distanza, il disastro di Černobyl’ è considerato il più grave incidente nucleare di sempre. Condivide inoltre con la centrale di Fukushima un triste primato: l’incidente è stato classificato con il livello 7 INES, il grado massimo di catastrofe. Sono passati diversi anni ormai dal 26 aprile 1986, ma cosa successe quella notte? Di chi fu la colpa? E soprattutto, quali furono le conseguenze di quel tragico incidente?

Gli eventi di quella notte

Il 25 aprile 1986 i tecnici avevano programmato lo spegnimento del reattore numero 4 della centrale per attività di manutenzione. Si era deciso di approfittarne per effettuare un test riguardo il gruppo turbine/alternatore; i reattori come quello di Černobyl’ hanno dei generatori di emergenza nell’eventualità di mancanza di alimentazione elettrica. Tuttavia questi sistemi richiedono 40 secondi circa per entrare in azione; il test voleva verificare se fosse possibile sfruttare l’energia cinetica della rotazione inerziale delle turbine durante questo lasso di tempo. Il test, a causa di un’imprevisto in una centrale elettrica vicina, venne rinviato all’1:00 del 26 aprile.

Quella sera purtroppo una serie di fattori portarono alla catastrofe; la troppa fiducia nel reattore, l’incompetenza del personale non preparato all’esperimento, la stanchezza dovuta all’ora tarda e un errore di progettazione delle barre di controllo. A causa di un probabile errore umano il reattore raggiunse il valore di 30 GW termici, oltre dieci volte il consentito. L’aumento della pressione del vapore causò la rottura delle tubazioni e la scissione dell’acqua in idrogeno e ossigeno. Seguì poco dopo un’esplosione dovuta alla reazione tra grafite incandescente e l’idrogeno gassoso. Il seguito è tristemente noto a tutti.

Com’è Černobyl’ oggi?

Sebbene non una ma ben due inchieste non riuscirono a stabilire se l’errore fosse umano o di progettazione, sono trascorsi molti anni. Ma qual è la situazione a Černobyl’ oggi? Quando le oltre 110 mila persone del luogo vennero  evacuate, credevano di ritornare nel giro di pochi mesi. Nessuno di loro (o quasi) fece tuttavia ritorno; ad oggi infatti nella cittadina vivono circa 200 persone che mangiano i prodotti della terra ancora fortemente contaminati dalle radiazioni. Sebbene il senso di abbandono viva nel luogo, la natura sembra riprendersi pian piano ciò che le appartiene. La vegetazione sta coprendo quella che un tempo era una città modello e la fauna sta cominciando a manifestarsi.

Col tempo inoltre la località è diventata una meta turistica: circa 10 mila sono le persone che ogni anno visitano la zona di alienazione (a 30 km dal reattore nucleare). Secondo gli scienziati, seguendo determinate osservanze, la visita al luogo non presenta pericoli. Il luogo simbolo dell’ormai ex città? La ruota panoramica che sarebbe stata inaugurata il primo maggio 1986, una settimana dopo uno dei giorni più bui del ‘900 costato la vita secondo l’ONU a circa 30 000 persone; secondo Greenpeace tuttavia – negli anni – le vittime sono state 6 000 000.

Da quel triste evento sono trascorsi 30 anni ormai; e se alcune sostanze – come lo stronzio 90– non contaminano più l’ambiente circostante, altre come il plutonio 239 ci ricorderanno dell’evento per 242 000 anni prima di non rappresentare più un problema. Ultima nota, infine, il dibattito sull’energia nucleare non ancora risolto. E’ giusto continuare a costruire centrali nucleari, o sarebbe meglio puntare sulle energie rinnovabili?

 

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