Cerere: ancora misteri per il pianeta nano

Cerere: ancora misteri per il pianeta nano

Il pianeta nano Cerere ha ancora molte cose da svelarci ma, pian piano, gli scienziati stanno iniziando a dissipare i primi misteri. Infatti pochi giorni fa è stato pubblicato uno studio su Nature che chiarisce la natura delle macchie luminose presenti su Cerere.

Questo studio è stato eseguito da Maria Cristina De Sanctis e il suo team appartenenti all’Istituto Nazionale di Astrofica, lo stesso team che si era occupato dell’origine del pianeta nano. Il precedente studio accreditava l’ipotesi che, anche se Cerere attualmente si trova nella fascia degli asteroidi, difficilmente ha avuto lì la propria origine, poiché più compatibile con le temperature di formazione di una zona più fredda come il Sistema solare esterno.  

De Sanctis ci ha raccontato che, utilizzando i dati del Vir situato a bordo di una sonda della Nasa, si è potuto ricavare la composizione della macchia bianca al centro di un cratere di Cerere. Infatti, da subito è stato possibile notare delle piccole aree molto più chiare rispetto al resto della superficie ma la più grande rimaneva quella del cratere Occator. Dopo ulteriori osservazioni, si è scoperto che è composta prevalentemente di carbonato di sodio. Un’incognita è rappresentate dalle altre macchie inferiori: avranno la stessa composizione?

Quel che è certo è che la macchia bianca di Occator è la più ampia esposizione di carbonati dentro al sistema solare (escludendo la Terra). Quel che è più interessante è che la il carbonato di sodio necessita la presenza di acqua liquida per la reazione chimica. Ovviamente l’incognita è come il ghiaccio sia diventato acqua liquida e se quest’ultima ci sia ancora. Un’ipotesi è che l’impatto che ha formato il cratere di Cerere abbia potuto aumentare le temperature dell’area; un’altra ipotesi è che la causa sia legata ad un processo interno.

Ovviamente non bisogna credere che le osservazioni e le analisi finiscano qui. Purtroppo, però, i tempi tecnici sono sempre abbastanza lunghi (possono variare da alcuni mesi ad alcuni anni). In ogni caso, Cerere si sta rivelando con delle caratteristiche non scontate, come la percentuale di materiale solido – ghiaccio escluso – che gli consente di avere colline e montagne. Questi studi potrebbero rivelarsi utili per apprendere nuove informazioni sulla Terra, per esempio su come sia arrivata l’acqua dallo spazio.

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