Il Maxi Attacco Hacker era un test?

A tre giorni di distanza dal super attacco Hacker che ha creato un blackout informatico, capace di paralizzare grandi realtà come il New York Times e Twitter, ancora non è stata fatta piena luce su quello che è successo.

E come di consueto, quando non si conoscono con precisione le esatte sequenze dei fatti, le interpretazioni possono essere molto diverse tra loro. Alcune anche molto fuori dal coro.

E’ in effetti quella lanciata da Andrea Zapparelli Manzoni, esperto di sicurezza e membro del Clusit, che è l’associazione italiana per la sicurezza informatica, può essere interpretata come una vera e propria bomba!

L’esperto infatti sostiene che quello che è successo non è un attacco hacker fine a se stesso, ma si sarebbe trattato di un test lanciato per misurare le capacità di difesa della rete web.

Dichiarazioni

Secondo il Dott Zapparelli infatti, le rivendicazioni spuntate fino ad ora sull’attacco hacker non sono affatto attendibili. Ecco le dichiarazioni rilasciate dall’esperto:

“Questo non è un attacco ma un test per misurare quanto sia robusta la struttura mondiale del web – sottolinea -. Potrebbe essere messo in atto contro la Borsa di Londra e l’economia mondiale soffrirebbe gravi conseguenze. Ad avere interesse a sferrare azioni di questo tipo sono diversi soggetti, statali e non statali. Non solo la Russia, ma anche la Cina e l’Isis, solo per fare esempi. Ci vuole cautela con le attribuzioni,può essere un esercizio spericolato. La situazione è molto più complicata di quello che sembra”, avverte Andrea Zapparoli Manzoni in merito alla rivendicazione del gruppo New World Hacker o a quella ‘indiretta’ di Wikileaks. “Per questi ultimi – spiega – si tratta di propaganda, i primi invece sono un gruppo paravento.”

“C’è qualcuno in questo momento che ha il potere di mettere offline qualsiasi organizzazione – osserva Andrea Zapparoli Manzoni -. E la sfida per gli ‘armamenti informatici’ dura poche ore, non anni come nelle guerre tradizionali. Abbiamo creato degli ecosistemi che sono un luogo naturale per effetti domino, basta una singola vulnerabilità e si blocca tutto. Gli scenari apocalittici non sono fantasie da film, il vero problema – conclude – è che con un blackout del genere torniamo a 150 anni fa“.

Botnet Mirai

A sostegno delle sue teorie l’esperto Italiano ha dichiarato che il codice della botnet Mirai, l’arma vera è propria dell’attacco informatico, è stato rilasciato con licenza open-source poco meno di un mese fa, forse proprio per confondere le acque e le idee di chi si occupa di sicurezza, dato che è disponibile a chiunque.


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Non ci resta che aspettare qualche giorno per capire meglio se le teorie di Andrea Zapparoli Manzoni sull’attacco hacker sono solo idee buttate li oppure c’è del vero nelle sue interpretazioni e, in quest’ultimo caso, vorrebbe dire che c’è una enorme sottovalutazione della sicurezza informatica.

E voi cosa ne pensate?

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