Marte

Marte, il suolo potrebbe rivelarsi inadatto ai microrganismi

Sotto la lente d’ingradimento della comunità scientifica ormai da diversi anni, sono giunte nuove informazioni, non molto rassicuranti, riguardo Marte.

Il suolo del pianeta rosso è sotto osservazione da molto tempo, grazie agli studi condotti dai rover che, nel corso degli anni, ne hanno toccato la superficie.


I dati raccolti negli ultimi anni hanno evidenziato la presenza, sul suolo marziano, di perclorati. Questi composti, infatti, sembrerebbero essere sparsi lungo tutta la superficie del pianeta.

Alcune caratteristiche di questi perclorati parevano poter garantire lo sviluppo di microrganismi, oltre ad abbassare la temperatura di congelamento dell’acqua.

 

Seppur queste notizie facessero ben sperare, anche in previsione di una futura colonizzazione del pianeta rosso, un recente studio avrebbe smentito tutto ciò.

 

[adrotate banner=”4″]

 

La superficie di Marte potrebbe non essere così adatta alla vita

 

Jennifer Wadsworth e Charles Cockell, autori di un nuovo studio sul terreno di Marte, propongono una visione differente degli effetti dei perclorati.

L’esperimento condotto dai due ricercatori consiste nel porre il batterio Bacillus subtilis (comune contaminante delle sonde marziane) in condizioni simili a quelle di Marte.

 

Marte

Bacillus subtilis, batterio utilizzato nell’esperimento di Wadsworth e Cockell.

 

In un primo momento, il batterio è stato sottoposto all’azione di perclorati e radiazioni ultraviolette (di intensità paragonabile a quella registrata su Marte).

Le cellule sottoposte all’esperimento hanno perso la propria vitalità nel giro di un minuto.

 

Aggiungendo gli effetti di ossidi di ferro e perossidi d’idrogeno, la situazione si è fatta persino più drammatica. Trascorsi 60 secondi in queste condizioni, il fattore di mortalità del batterio è cresciuto di 10,8 volte.

 

Quindi Marte è da considerarsi assolutamente inabitabile?

 

I risultati degli esperimenti sembrerebbero lasciare poco spazio all’immaginazione. Sotto l’azione delle radiazioni ultraviolette, il suolo marziano diventa un vero e proprio inferno per i microrganismi.

Tuttavia, ci sono alcuni fattori che potrebbero riaccendere la speranza.

 

[adrotate banner=”5″]

 

Stando a quanto dichiarato dalla stessa Jennifer Wadsworth, scavando un paio di metri sotto la superficie potrebbe essere possibile trovare un habitat più consono allo sviluppo di microrganismi.

Infatti, ad una certa profondità, l’azione delle radiazioni risulterebbe meno disastrosa.

 

Inoltre, i batteri utilizzati nell’esperimento non sono tra i più adatti ad una vita in condizioni estreme. Rimane dunque la possibilità che microrganismi di altro genere siano in grado di resistere anche sul suolo marziano.

 

 

Fonte: space.com