Epsilon Eridani, sistema planetario

NASA conferma un sistema planetario simile al nostro

L’Osservatorio Stratosferico per l’Astronomia Infrarossi, SOFIA, ha recentemente completato uno studio dettagliato su un vicino sistema planetario. I risultati confermano che la struttura è molto simile a quella del sistema solare.

Situato a 10.5 anni luce nella costellazione dell’Eridano, Epsilon Eridani è il più vicino sistema planetario attorno ad una stella simile al Sole nella sua prima fase. La scoperta è importante per la posizione privilegiata e la giovane età della stella (800 milioni di anni); secondo gli scienziati infatti si potrebbe scoprire come avviene la formazione dei pianeti attorno a stelle simili al Sole.

Un sistema planetario fratello

Studi precedenti dimostravano come Epsilon Eridani possedesse dischetti di detriti: materiale ancora in orbita al termine della costruzione planetaria; questi ultimi possono formare degli agglomerati che darebbero vita ad una “fascia di Kuiper“. Inoltre alcune misure accurate indicano l’esistenza di un pianeta dalla massa di Giove ad una distanza paragonabile tra quest’ultimo ed il Sole. Grazie ai nuovi dati ottenuti da SOFIA gli astronomi hanno potuto distinguere tra due modelli teorici sulla distribuzione dei detriti.

La formazione dei detriti

Il primo modello indica che il materiale caldo si trova tra due anelli stretti di detriti. Uno  ad una distanza paragonabile a quella della cintura di asteroidi rispetto al Sole; l’altro ad una distanza paragonabile a quella di Urano rispetto alla nostra stella. Il secondo modello invece attribuisce il materiale caldo alla zona esterna del sistema planetario (simile alla fascia di Kuiper); in questo modo si evita la formazione di strutture circolari ed il disco di detriti non è associato a nessun pianeta.

Dalle osservazioni sembra molto plausibile che che il primo modello descriva meglio questo sistema planetario. Ma cos’è esattamente SOFIA, lo strumento che ha reso possibile l’osservazione? Si tratta di un telescopio di 2.5 metri di diametro e ciò ha permesso un’osservazione con una risoluzione tre volte maggiore dei predecessori. Proprio grazie a questa elevata qualità è stato possibile risolvere l’enigma del materiale caldo attorno ad Epsilon Eridani.

Sottolineano infine gli scienziati l’importanza di questo sistema planetario; lo studio di questo giovane sistema solare potrà permetterci di fare luce sulle nostre origini. E chissà, che ci sia magari qualche nostro lontano cugino lassù?

Fonte:NASA

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