La missione Cassini, che negli ultimi anni ci ha fornito una miriade di dati ed immagini spettacolari di Saturno e delle sue lune, è destinata a concludersi a breve.
Dopo oltre un decennio di esplorazione, la sonda si trova a secco di carburante, il che le permetterà di continuare il proprio lavoro per qualche mese ancora. Nel corso del settembre 2017, è infatti previsto un “suicidio” pianificato della navicella.
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Nonostante si trovi nei suoi ultimi mesi di vita, la sonda ha comunque potuto fornire i dati necessari allo studio delle stagioni su Saturno. Dopo 14 anni e mezzo di osservazione del gigante gassoso, ovvero circa la metà di un anno per il pianeta stesso, è stato possibile studiare la natura dei poli e i cambiamenti dovuti al susseguirsi delle stagioni.
Sono quindi i poli a finire sotto la lente d’ingrandimento dal giornale Icarus, in un articolo nel quale vengono confrontati i vortici presenti ai due estremi di Saturno.
I poli come metodo d’osservazione delle stagioni su Saturno
Come detto in precedenza, grazie alle immagini ricevute dalla missione Cassini, è stato possibile osservare dei fenomeni particolari agli estremi del gigante gassoso. Questi vortici appaiono simili alla Grande Macchia Rossa di Giove, seppur non paragonabili in potenza alla tempesta sprigionatasi su quest’ultimo.
Kunio Sayanagi, assistente alla Virginia’s Hampton University (a capo delle ricerche effettuate), ha rilasciato delle interessanti considerazioni sull’argomento.
I dati riguardanti il polo nord analizzati risalgono alla fine del 2012, quando su Saturno era da poco primavera. Nel 2007, invece, il polo nord si trovava in tardo autunno
Tra gli equinozi del 1995 e del 2009, come dichiarato da Sayanagi, il polo nord non è stato raggiunto dalla luce solare, poiché si trovava nel periodo della lunga notte invernale polare. Il polo sud, al contrario, viene costantemente colpito dalla luce solare, durante quel periodo.
Cassini continuerà a raccogliere dati fino all’ultimo istante disponibile, così potremo avere ancora qualche nuova immagine dei poli prima della fine della missione
Fonte: Seeker
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