Il buco dell'ozono in Antartide si sta riducendo

Il buco dell’ozono in Antartide si sta riducendo

Era il 1985, quando gli scienziati scoprirono il buco dell’ozono proprio sopra l’Antartide, causato dalle sostanze chimiche dannose utilizzate quotidianamente dalle persone.  A seguito di questa scoperta, con il Protocollo Internazionale di Montreal, nel 1987, furono vietati tutti gli inquinanti ritenuti responsabili, sperando che la natura potesse riparare i danni causati dall’uomo. Ora, dopo quasi 30 anni, sembra che lo strato di ozono stia guarendo, sorprendendo anche gli scienziati, come Susan Solomon del Massachussets Institute of Technology.

Che cos’è il buco dell’ozono?

Il buco dell'ozono in Antartide si sta riducendo

Il buco dell’ozono è un assottigliamento marcato dell’ozonosfera, la parte di atmosfera terrestre che appunto contiene l’ozono. Le sue molecole sono composte da 3 atomi di ossigeno e continuano a rompersi e a riformarsi assorbendo parte delle radiazioni ultraviolette del sole, cancerogene per i viventi. Tuttavia, l’utilizzo, nel passato di prodotti, come frigoriferi o bombolette spray, contenenti gas chiamati CFC (Cloro-Fluoro-Carburi), ha causato la diminuzione dell’ozono atmosferico, soprattutto in Antartide. Infatti il cloro all’interno di questi gas si lega all’atomo di ossigeno libero, impedendo all’ossigeno biatomico di diventare ozono. Inoltre le correnti atmosferiche hanno portato i CFC sopra il continente antartico e per questo il buco dell’ozono si è osservato lì.

Lo studio della dottoressa Solomon sul buco dell’ozono

La dottoressa Susan Solomon e i suoi colleghi hanno studiato l’estensione del buco sin dal 2000, prendendo come riferimento il periodo di Settembre, poiché è il periodo dell’anno in cui l’estensione è maggiore, a causa della maggior presenza di luce. In questi ultimi giorni lo studio è stato pubblicato sulla celebre rivista Science ed è stato reso pubblico, che il buco dell’ozono si è ridotto di ben 4 milioni di chilometri quadrati, negli ultimi 15 anni, un’area più grande dell’India  (che si estende per circa 3.3 milioni di chilometri quadrati).

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Il team di scienziati statunitensi ha creato al computer un modello atmosferico 3D, separando gli effetti dei CFC da quelli di altri eventi naturali, per vedere se effettivamente il bando di questi prodotti chimici avesse portato qualche beneficio all’ozonosfera. Inoltre, grazie a questo modello hanno potuto spiegare i rilevamenti insoliti dell’autunno 2015 che mostravano valori in controtendenza. Infatti hanno dimostrato che l’eruzione del vulcano Calbuco in Cile aveva allargato momentaneamente il buco dell’ozono, immettendo in atmosfera grandi quantità di Zolfo.

Il buco dell'ozono in Antartide si sta riducendo

Quindi hanno concluso che il divieto di utilizzo dei CFC e di altri gas, a partire dal 1987, ha contribuito alla riduzione del buco antartico, impedendo ulteriori emissioni di Cloro e Bromo. Tuttavia si stima che solo a metà del secolo (2050) l’ozonosfera ritornerà ai suoi livelli naturali. Questo studio dimostra di come il bando degli inquinanti possa avere un effetto positivo in un tempo relativamente breve.

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