Google Car provocherà statisticamente la morte di un essere umano

Le Google Car e in generale le auto a guida autonoma stanno macinando migliaia e migliaia di chilometri, anzi la Tesla a guida semi autonoma ha già percorso, nel maggio di quest’anno i cento milioni di miglia. Questa è una quantità densa di significato perché è la distanza media percorsa da un’automobilista umano, coinvolto in un incidente mortale.

Le auto a guida autonoma si avvicinano all’evento Driscoll

Tenendo conto dei progressi raggiunti da questi prototipi  tra cui ricordiamo: Tesla model 3, Mercedes Classe E, Volvo serie 90, i chilometri percorsi nel futuro prossimo da questo, auto a guida automatica o semiautomatica tenderà a salire a miliardi di chilometri percorsi, superando decisamente il dato statistico atteso perché avvenga un incidente mortale. Quindi si prospetta che il momento in cui una di queste auto possa provocare un incidente mortale, potrebbe accadere nei prossimi 18 – 24 mesi.

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Già il 14 febbraio 2016 una Google Car ha provocato il primo incidente per una auto a guida autonoma, urtando un autobus che procedeva poco oltre i 20 km/h in una cambio di corsia obbligato dalla presenza di ostacoli sulla sua corsia di percorrenza.

La Google Car si era accorta del sopraggiungere dell’autobus ma “pensava” che essendo davanti l’autobus le avrebbe ceduto il passo, così non è stato.

Per inciso anche l’umano all’interno della Google Car ha pensato, vedendo l’autobus negli specchietti che si sarebbe fermato, invece così non è stato.

Soffermandoci poi sulla Tesla a guida semiautomatica anch’essa ha avuto i suoi incidenti in situazioni ben più gravi, fra l’altro, su delle strade a scorrimento veloce.  Per cui, se la Google Car a guida totalmente autonoma ha incontrato problemi in operazioni  complesse come la guida in città, le Tesla invece hanno rischiato incidenti con più gravi conseguenze,  in un contesto più semplice  che presenta meno complessità di traffico.

Paralleli con l’aeronautica

Recupero dell'Airbus volo Air France 447

Recupero dell’Airbus volo Air France 447

 

Guardando a ciò che è avvenuto nell’aviazione si può scoprire che le cause del disastro del volo dell’Air France 447, precipitato nel 2009 nell’Oceano con 28 persone a bordo,la causa  è dovuta al fatto che i sistemi automatici di volo si sono di colpo disinseriti lasciando l’aviomobile nelle mani dei piloti in uno stato incomprensibile.

Immagini disastro volo Air France 447

Immagini disastro volo Air France 447

Ciò è stato accertato da William Langewiesche’s in 2014 essay on the crash, uno dei migliori documentari e spunto di riflessione per chi progetta e realizza automatismi di guida, sia nei cieli che sulle strade.

L’attenzione è ora puntata sul rapporto uomo – macchina, sulla relazione fra l’essere umano ed il robot, perché diventa sempre meno frequente la necessità di intervento umano per gestire eventi problematici della guida automatica, così i piloti si trovano sempre più impreparati a gestire tali situazioni e a comprendere la strategia di uscita da eventi problematici.

Questo è dovuto proprio allo sviluppo delle performance dei sistemi di guida automatica che hanno sempre più estromesso gli esseri umani. Per lo sviluppo della gestione di un fenomeno complesso come il volo, che vede  l’utilizzo di computer sempre più potenti e sofisticati. Oggi i piloti di linea sono sempre più controllori e supervisori del funzionamento dei vari componenti piuttosto che autentici piloti.

 

Le vie intraprese per evitare pericoli con le auto a guida autonoma.

Tesla ha   intrapreso il più grande progetto  di sperimentazione sul rapporto uomo – macchina, testando innovativi sistemi di controllo ed algoritmi calibrati per l’interazione sia con automobilisti esperti che con automobilisti assolutamente inesperti. I test sono realizzati su migliaia di veicoli con enormi flussi di dati per le analisi.

Questi esperimenti mettono comunque in imbarazzo gli organi regolatori istituzionali che non sanno dare indicazioni su quale deve essere il livello di qualità del software a cui affidiamo la guida e le nostre vite.

Sembra dato per scontato che la tecnologia sia accettata come fatto normale nella vita e reputata sicura nel giudizio dei consumatori, per cui i eventuali errori sono considerati come errori esclusivamente umani.

Pertanto il primo incidente mortale provocato da una auto a guida autonoma sarà giudicato ineluttabile e la reazione sarà la stessa di quella registrata alla morte di Bridget Driscoll, prima vittima di un incidente stradale, non molto significativa.

 

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